Le ultime vacanze mi hanno fatto capire quanto possa essere stupendo lavorare in Smart Working nei nostri piccoli borghi italiani.

Le vacanze del 2020 sono state all’insegna della riscoperta dei borghi italiani, nel mio casoin Abruzzo, tipico luogo dove la tecnologia c’entra poco o nulla. Eppure mi sono chiesto: ” Perché non fare Smart Working da qui?”.

Il paese in cui ho soggiornato con la famiglia per una settimana si chiama Pizzoferrato in provincia di Chieti, comune con poco più di 1000 abitanti.


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Nonostante fosse una vacanza dedicata al relax, sono rimasto piacevolmente colpito nel vedere che la connessione internet copre buona parte del territorio grazie al 4G degli smartphone.

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Il binomio borghi italiani e tecnologia è sempre stato complesso dove da una parte c’è l’idea di rimanere ancorati ad una tradizione che, per fortuna, non smette di esistere; dall’altra abbiamo una continua digitalizzazione veloce ed aggressiva.

Nei borghi che ho avuto la fortuna di visitare, rimangono ancora in vita certe consuetudini come: fare la passata direttamente dai pomodori del proprio orto, coltivare le verdure e metterle sott’olio, fare la pasta, il pane e tante altre abitudini tipiche di questi posti dove nulla va sprecato.

Provate a capire il reale valore per chi, come me, non sa nemmeno dove mettere le mani in cucina e cosa potrebbe significare tornare a vivere in questi piccoli borghi.

Da quando è arrivato il Covid, i paradigmi delle nostre professioni sono cambiati, offrendo la possibilità, per chi poteva, di lavorare da casa scoprendo il lavoro da remoto oppure aderire allo Smart Working.

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Ora che la quarantena è finita, si può avere l’opportunità di continuare il proprio lavoro in qualsiasi altro posto possa far comodo o piacere, quindi perché non farlo in uno dei tanti borghi italiani sparsi per lo stivale?

Questo potrebbe un evento serio e da non sottovalutare: riportare alla scoperta le bellezze tipiche italiane, dando loro una nuova linfa vitale e coniugando un bel mix di tradizione ed innovazione.

Siamo sempre in prima linea quando si parla di ridare la vita ai borghi che sono stati abbandonati a favore delle migrazioni  nelle città, ed ora abbiamo l’opportunità di cambiare nuovamente il percorso.

Seguite il mio ragionamento: lo Smart Working o il lavoro da remoto, permette di lavorare in qualsiasi posto lo si desideri. Se il desiderio è continuare a lavorare in una zona più rilassante, riscoprendo le tradizioni vicino casa, perché non spostarmi per un certo periodo in un piccolo paese?

Ora abbiamo la possibilità, la tecnologia e le competenze per farlo, incentivando le piccole attività che con il tempo sono state massacrate dall’arrivo dei grossi centri commerciali.

Ritornando all’esempio delle mie vacanze a Pizzoferrato, è stato abbastanza desolante scoprire quante case e negozi sono stati chiusi o abbandonati nel corso degli anni e quanto potenziale potrebbero avere proprio nel post-pandemia.

Ci sono ancora diversi fattori da prendere in considerazione ed approfondire:

  • Sistemare spazi per coworking, in modo che le attività vicine possano rinascere in vista del potenziale aumento della popolazione nel paese;
  • Rilanciare una connessione in tutta Italia che sia stabile, veloce e garantita;
  • Attivare una serie di piattaforme ed applicazioni (che già esistono) per rilanciare le attività che offrono posti per lavorare da remoto e facendo così conoscere le località turistiche dimenticate nel tempo;
  • Cambiare mentalità, forse parte più difficile;

Tutti questi passaggi elencati non sono nulla di più rispetto a quanto non stia già avvenendo in questi mesi del dopo quarantena ed è un’occasione veramente importante per poter rilanciare l’economia di questo paese.

Certo, c’è ancora del lavoro da fare ma questa è un’occasione più unica che rara per poter cambiare la nostra prospettiva di futuro professionale e digitale.

Che ne pensate?

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Immagine di copertina: Photo by Marc Schiele on Unsplash.

Felicidad.

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