Non sono mai stato un fan di Google, proprio di quel motore di ricerca ambito da tutti che vuole semplificare la nostra vita di ogni giorno, sia nei suoi momenti di gloria ma anche in caso di fallimento che, anche a questa Big Tech, ogni tanto capita.

Un evento però mi ha dato modo di riflettere parecchio.

In primis cerchiamo di rispondere a questa domanda: quali sono le fasi più brutte della nostra vita?

Beh, a pensarci bene direi tante; una di queste però, penso sia quella di fallire.

Di compiere un passo falso, soprattutto in questo periodo storico particolare dove il tutto si è complicato.

Il fallimento può essere un qualcosa di grande oppure un piccolo errore quotidiano e, siamo onesti, ci lascia un forte senso di disagio, di amaro in bocca, di rabbia e molte volte vorremmo solo tornare indietro di qualche giorno, ore, minute o addirittura secondi per recuperare e fare meglio.

Tornare indietro, ovviamente non si può.

Eppure, dovremmo sradicare il contro concetto classico e considerare l’errore come un trampolino di lancio per un cambio nella nostra mente e nella nostra vita, capire cosa funziona e cosa è necessario modificare, quindi più che un ostacolo, il fallire potrebbe essere una risorsa che merita di essere approfondita.

Perché non prendiamo spunto da Google, che è una delle aziende più grandi e potenti del mondo: quante volte ha visto la parola “fallimento” nel suo background?

A dir la verità tantissime, basta guardare Gcemetery.co per capirlo, dove sono rappresentati tutti i suoi progetti che non sono mai andati effettivamente in porto oppure falliti a metà operato.

Un grosso tonfo lo fece il suo social network Google+, che ha smesso di esistere nel 2019 prima di quanto affermato visto che è stato scoperto anche un bug che permetteva agli sviluppatori esterni app di poter accedere ai dati di ben 52 milioni di utenti.

Modi di sbagliare diversi?

Certo, ma si dice che più grossi sono più fanno rumore quando cadono.

Mettendo da parte la grande azienda, ognuno ha le proprie responsabilità, le proprie mansioni e il proprio modo di vivere la vita, prima o poi si sbaglia, si entra in una fase di decisioni critiche, di errori commessi ed è qui che impariamo e ogni volta apriamo la nostra mente.

Fare, provare, sperimentare, sbagliare, cambiare idea e ripartire oppure riprovare in maniera più cosciente per oltrepassare l’errore che ti aveva fermato, sono le fasi migliori per diventare soddisfatti di noi stessi e utilizzare al meglio il nostro tempo.

Leggi il mio articolo “È tutta una questione di tempo“.

Ma qual’è il metodo perfetto per non sbagliare mai?

Semplice, non fare nulla.

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Articolo aggiornato il 08/04/2021.

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Immagine di copertina: Photo by Jan Antonin Kolar on Unsplash.

Felicidad.

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