In generale, lo spreco, in tutte le sue forme sarebbe da bandire subito: carta, plastica, materiali vari, nel cibo (chi ha parlato dei buffet?) ma anche a livello tecnologico per il conseguente alto livello di obsolescenza che porta a scartare dispositivi ancora funzionanti.
Ogni giorno vengono acquistati centinaia di migliaia di smartphone, tablet e pc nuovi, basta guardare il sito internetlivestats.com.
Tanti di questi acquisti vengono effettuati solo per il gusto di passare alla nuova generazione di prodotti quando, i vecchi dispositivi, non hanno nulla che non vada anzi, sono perfettamente funzionanti.
Ho parlato di dispositivi anche nell’articolo “Minimalismo digitale”.
È altresì vero che portare in un centro assistenza un prodotto non più recente, costa quasi come comprarne uno nuovo.
I tempi di attesa sono sempre decisamente lunghi e questo è un grosso problema nella nostra società, perché, in questa maniera, si crea un grande spreco di risorse, dando poco valore ai nostri prodotti attuali.
È da apprezzare chi invece cerca di evitare queste procedure, come il progetto Fairphone.
Ho parlato di Fairphone nel mio articolo “Fairphone, lo smartphone che ripari tu“.
Con questo device, l’azienda permette agli utenti di utilizzare al massimo il proprio prodotto grazie al suo sistema modulare, cioè la possibilità di togliere eventuali componentistiche danneggiate dello smartphone, per inserirne di nuove della stessa tipologia.
Sostituendo solo il pezzo piuttosto che il prodotto intero si crea così più consapevolezza del dispositivo, meno spreco per l’ambiente e soprattutto molta meno obsolescenza digitale.
Con questo vorrei collegarmi alla notizia di qualche tempo fa, sulla multa inflitta dall’Antitrust alle compagnie Apple e Samsung, rei di aver proceduto con il rilascio di aggiornamenti provocando disfunzioni ai loro prodotti, in questo caso, rendendo un dispositivo effettivamente obsoleto.
Senza addentrarci nello specifico della notizia, di cui ormai trovate piena la rete, vorrei soffermarvi con voi sul significato di questo procedimento, chiamato obsolescenza programmata.
Probabilmente non ci pensiamo, perché nel momento in cui un dispositivo non funziona più come vorremmo o non è più aggiornabile, corriamo per comprarne uno nuovo, lasciandolo nei nostri cassetti, ormai pieni di device vecchi, con qualche graffio e/o rotti.
In realtà dietro questo, come avrete potuto constatare, c’è un’operazione bella e buona da parte delle aziende con un enorme lavoro di marketing.
Dal punto di vista dei clienti / utenti, però, ritengo che ci sia ancora tanto da lavorare per dare una consapevolezza maggiore sull’uso della tecnologia e capire il vero valore di ridimensionare l’obsolescenza digitale.
Purtroppo, al giorno d’oggi vedo tanta, ma tanta, indifferenza, superficialità e spreco, nonostante la tecnologia sia entrata nelle nostre case e tasche.
Vi lascio con queste domande: quanto ne sapete effettivamente sull’utilizzo del vostro telefono?
Quante applicazioni usate e quante ne vedete sullo schermo senza sapere minimamente a cosa servano?
Siete sicuri/e che un nuovo telefono possa realmente cambiare la vita che state conducendo e apportare miglioramenti che lo smartphone attuale non riesce a fare?
Ho parlato di spreco anche nell’articolo “Apple, bastone e carota”.
Spero veramente di lasciare in voi un piccolo senso critico, nei confronti di tutto ciò che viene posto davanti e che magari, un po’ per mancanza di voglia o per scarsa conoscenza, accettate a occhi chiusi.
Cosa ne pensate?
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Articolo aggiornato il 11/02/2021.
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Immagine di copertina: Photo by Mika Baumeister on Unsplash.
Felicidad.
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[…] Ho parlato di obsolescenza anche nell’articolo “Obsolescenza oggi spreco domani“. […]
[…] Leggi il mio articolo “Obsolescenza oggi, spreco domani“. […]