Capita spesso di imbattermi in due articoli (uno di Repubblica ed uno del New York Times) che ciclicamente appaiono sulle pagine social e spiegano come, con l’utilizzo frequente e repentino degli smartphone e di WhatsApp, le regole della punteggiatura non siano ritenute più valide come in un classico testo scritto.

Nel caso specifico si parlava del punto, come simbolo per chiudere un argomento che, nelle varie chat, viene visto spesso come mettere una barriera nei confronti dell’interlocutore, un po’ come chiudere freneticamente una conversazione oppure come dimostrazione di essere arrabbiati/e.

Questo (il punto) verrebbe sostituito dalle emoji, le tipiche “faccine” che danno senso e significato ad una frase, evitando così di lasciare un commento privo delle emoticon e mantenendo solo le regole della punteggiatura.

Potrebbe interessarti il mio articolo “WhatsApp, è ora di trovare delle alternative“.

Facciamo un esempio: ipotizzando di aver apprezzato una pizza insieme ad un’altra persona, e scrivendolo poi all’interlocutore su WhatsApp il giorno dopo, il significato potrebbe cambiare radicalmente se inseriamo una emoticon oppure il tipico segno del punto. 

Vediamo:

  • Pizza molto buona ieri sera!
  • Pizza molto buona ieri sera 🙂

L’idea e l’abitudine nell’utilizzo delle app di messaggistica, a prescindere che si usi o meno WhatsApp, ci porta a pensare al primo caso come una esclamazione fredda, quasi fosse un messaggio scritto forzatamente.

La seconda frase, invece, grazie all’ausilio dell’emoji rende ben chiaro e visibile l’apprezzamento alla famosa pietanza italiana.

A mio avviso, c’è un “però”: è giusto che ci siano delle abitudini diverse con l’evolversi dei nuovi strumenti tecnologici, ma la grammatica italiana e la punteggiatura a suo seguito, non dovrebbero rimanere solo sui testi.

Mi spiego: è più probabile che tenga in mano uno smartphone piuttosto che un libro; questo utilizzo intensivo nell’uso delle chat potrebbe portarmi ad usare le stesse tecniche e considerazioni anche al di fuori del mondo della messaggistica.

Ad esempio, gli studenti e studentesse potrebbero successivamente considerare inutile mettere un punto alla fine di un tema scritto, entrando quindi in errore tanto a livello scolastico quanto in qualsiasi contesto dove rientra la scrittura.

La grammatica esiste, ha un suo significato e dovrebbe continuare ad essere utilizzata anche nelle chat di tutto il giorno e non solo: penso anche ai tweet, oppure ai post su Facebook, Instagram e via dicendo.

Per anni, abbiamo subìto (e lo facciamo tuttora) la predominanza di quell’obbrobrioso “xkè” piuttosto che il classico e compianto “perché” nei vari messaggi.

Questo non aveva senso prima, durante l’epoca dei soli SMS, visto che il tempo impiegato per scrivere il primo (xkè) non faceva risparmiare ore preziose rispetto al secondo (perché).

Ha ancora meno ragione di esistere adesso, visto che le tastiere virtuali dei nostri telefoni permettono di memorizzare e anticipare diverse frasi senza fatica grazie all’ausilio del dizionario virtuale che impara a conoscere bene il metodo di scrittura quotidiano.

Quindi, anche nell’epoca della velocità di WhatsApp la punteggiatura dovrebbe essere ulteriormente facilitata.

Ci sono delle regole ben precise e se le perdiamo nella vita di tutti i giorni sarà poi più difficile e complicato usarle nel momento del vero bisogno, pensate ad esempio se dobbiamo scrivere una lettera formale.

Come fare quindi a coniugare punteggiatura ed emoji?

Semplice, scriviamole entrambe!

Ritornando all’esempio della pizza, perché non dare la stessa enfasi della emoticon insieme ad un bel punto (magari esclamativo) che male non fa?

  • Pizza molto buona ieri sera! 🙂

Beninteso: chi sta scrivendo commette una buona dose di errori grammaticali quotidianamente, alle volte mi accorgo dopo settimane, ma prendere lo sbaglio come un buon punto di correzione ed evitare di rifarlo in futuro, questo è assolutamente umano, giusto e doveroso!

Quindi: sì a WhatsApp, alle nuove tecnologie con la loro velocità ma sì pure alla nostra cara punteggiatura!

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Immagine di copertina: Photo by Christian Wiediger on Unsplash .

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