Mi è capitato di imbattermi in due articoli (uno di Repubblica e uno del New York Times), che ciclicamente appaiono sulle pagine social, e spiegano come, con l’utilizzo frequente e immediato degli smartphone e di WhatsApp, le regole della punteggiatura non vengano più rispettate come in un classico testo scritto.
Nello specifico, si parlava del punto, utilizzato tradizionalmente per concludere un argomento; tuttavia, nelle varie chat, il punto viene spesso interpretato come una sorta di barriera nei confronti dell’interlocutore, quasi come se volessimo chiudere frettolosamente la conversazione o, addirittura, esprimere irritazione o disappunto.
Il punto, nelle chat, viene spesso sostituito dalle emoji, le classiche “faccine” che conferiscono tono e contesto emotivo alla frase. Questo cambiamento evita di lasciare un messaggio privo di enfasi, spingendo a usare simboli che oggi risultano più efficaci nel trasmettere le emozioni rispetto alla sola punteggiatura.
Inoltre, con gli ultimi aggiornamenti, WhatsApp consente ora di personalizzare ulteriormente i messaggi con una formattazione definita, come corsivo, grassetto e testo barrato. Questi strumenti aiutano a strutturare meglio le conversazioni e a rendere più chiari i messaggi, con possibilità di enfatizzare singole parole o concetti.
Vedi l’immagine sotto per farti un’idea, nel What hai il risultato nella chat, il How è come dovresti farlo affinché possa apparire l’effetto desiderato.
Facciamo un esempio pratico.
Immaginiamo di voler dire a qualcuno che abbiamo apprezzato una pizza insieme la sera precedente. Noteremo che il significato cambia se decidiamo di usare il solo punto finale o se accompagniamo la frase con un’emoji:
- Pizza molto buona ieri sera.
- Pizza molto buona ieri sera 🙂
Nel primo caso, il messaggio potrebbe risultare freddo e distante, quasi fosse scritto senza reale coinvolgimento. La seconda versione, invece, grazie all’uso dell’emoji, comunica chiaramente l’apprezzamento e lascia intravedere un tono più amichevole.
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Nonostante questi cambiamenti nell’uso della punteggiatura e dei simboli, è importante non perdere di vista le regole grammaticali, che devono continuare a essere parte del nostro modo di esprimerci, anche quando utilizziamo le chat. Se trascuriamo questi principi di base, corriamo il rischio di replicare gli stessi errori anche in contesti più formali, come nella scrittura di email, documenti o temi scolastici.
Penso, ad esempio, agli studenti che, abituati a omettere il punto nelle chat, potrebbero fare lo stesso nei compiti scritti, con conseguenze negative sia dal punto di vista scolastico sia in situazioni professionali.
La grammatica esiste per un motivo: stabilisce un ordine e un significato chiaro al discorso, permettendo una comunicazione efficace. Per anni abbiamo assistito all’uso dell’obbrobrioso “xkè” al posto di “perché” – una pratica nata nell’era degli SMS, quando i caratteri erano limitati. Ma oggi, con tastiere intelligenti e strumenti che completano automaticamente le parole, non c’è alcun motivo per continuare con abbreviazioni inutili.
Dunque, anche nell’epoca della velocità di WhatsApp, rispettare la punteggiatura non solo è possibile, ma è facilitato dalle tecnologie moderne.
Come possiamo allora coniugare l’uso della punteggiatura con le emoji?
Semplice: scriviamole entrambe!
Riprendendo l’esempio della pizza: perché non trasmettere la stessa enfasi utilizzando un punto esclamativo e un’emoji?
Pizza molto buona ieri sera. 🙂
Questo esempio unisce il meglio dei due mondi: le regole della grammatica classica e il linguaggio emotivo del digitale.
Beninteso: nessuno è immune dagli errori grammaticali (io per primo!), ma cogliere l’occasione per correggersi e imparare è ciò che ci aiuta a crescere.
Quindi: sì a WhatsApp e alle nuove tecnologie con la loro velocità, ma anche sì alla nostra amata punteggiatura!
Che ne pensate?
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Immagine di copertina: Photo by Christian Wiediger on Unsplash .
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