Il Bloatware è un’attività fastidiosa presente in quasi tutti i device e, grazie all’Unione Europea, sta per avere vita dura.
Prima di tutto: cos’è il bloatware?
È quell’operazione delle varie aziende informatiche che consiste nell’inserire, all’interno dei sistemi operativi dei device, software di cui l’utente (normalmente) non ne conosce nemmeno il reale utilizzo, trasformandosi nel tempo in una zavorra per il dispositivo stesso.
Quindi, una qualsiasi persona che decide di acquistare un tablet, smartphone o computer si trova installato un notevole quantitativo di programmi che normalmente non vengono nemmeno aperti.
Questo effetto, permette alle aziende “furbette” che immettono le app nei dispositivi di raccogliere dati degli utenti, ed alcune di loro come succede in molti telefoni Android, rendono queste applicazioni “di sistema”, quindi impossibile disinstallarle.
In diversi smartphone, ad esempio, sono presenti app come Facebook, Office di Microsoft, i vari Google Play Film, Musica e altri giochi che obbliga l’utente a toglierli in caso di non utilizzo, oppure di tenerli fermi sul telefono “spegnendoli” ma continuando lo stesso a notarli dentro il menu delle app.
Spesso ci si ritrova quindi con un dispositivo nuovo e, all’interno, un’accozzaglia di programmi che occupano memoria preziosa.
Oltre a questo, l’obbiettivo dell’Unione Europea presente all’interno del progetto “The Digital Services Act” sarebbe quello di dare la possibilità agli/alle utenti di poter scegliere i programmi da usare nel quotidiano.
Non è solo una questione di avere troppi programmi inutili ma un punto principale della bozza, è quello di poter avere la libertà di scelta.
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Già nel 2017, la stessa UE impose un’ammenda a Google di 2,42 miliardi di Euro, per aver “abusato della sua posizione dominante come motore di ricerca per promuovere il suo servizio tra i risultati della ricerca e per retrocedere quello dei concorrenti” riprendendo le parole della Commissaria responsabile della concorrenza Margrethe Vestager.
Per tornare al nostro bloatware, secondo il Financial Time, questa proposta di legge dovrebbe essere pronta a fine anno 2020.
Ecco che, se passerà questa legge, ci sarà più concorrenza tra i servizi internet, meno monopolio delle grandi aziende e grande possibilità di acquisire da parte nostra informazioni da più fonti.
Se ti piace variare con i servizi internet leggi il mio articolo “Browser: alternative a Google Chrome“.
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Immagine di copertina: Photo by Carl Heyerdahl on Unsplash.
Felicidad.