Mai, in un momento come questo, qualsiasi software che può essere di aiuto alla comunità è il benvenuto, proprio come il tanto criticato Immuni.

Esatto, proprio adesso che dovremmo essere fuori dalla pandemia, anche se i dati affermano il contrario e, soprattutto, per il fatto che siamo usciti dallo stato d’emergenza nazionale terminato ufficialmente il 30 marzo 2022.

Per chi ancora non la conoscesse, partiamo con la fatidica domanda: cos’è Immuni?

È una applicazione per dispositivi mobili, principalmente smartphone, che, grazie alla sua tecnologia di Contact tracing, permette di aiutare le persone a capire se hanno avuto una esposizione a rischio Covid-19.

Immuni è stata sviluppata dall’azienda Bending Spoons che crea applicazioni prevalentemente di carattere sportivo, per finire poi sotto le mani della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il tutto è stato aiutato dal modello originale di Apple e Google che, per una volta, si sono unite per creare un sistema di tracciamento volontario basato, come specificato prima, sulla tecnologia Bluetooth Low Energy.

Immuni app

Come funziona l’app?

In ogni smartphone dove Immuni risulta scaricata, viene creato automaticamente un codice casuale che sarà scambiato ad altri/e utenti grazie al bluetooth acceso.

Una volta che un utente segnala volontariamente la propria positività ad Immuni, l’app a sua volta -e sempre mantenendo l’anonimato- condivide i codici causali ai vari contatti con cui è stato in contatto, una sorta di “effetto domino”.

Questo procedimento è attivo in Italia e può funzionare in tutta Europa anche se, come specificato nel sito ufficiale, è necessario essere nel territorio italiano per poter caricare i dati di positività.

Immuni poi è collegata anche con le applicazioni similari di Germania e Irlanda grazie alla collaborazione con le due app ufficiali dei relativi paesi: Corona Warm App e Covid Tracker.

Ricordiamo che l’applicazione non rileva nessuno di questi dati: nome, cognome, data di nascita, geolocalizzazione, numero di telefono, email e ovviamente l’identità delle persone che vengono incontrate.

Quindi, al momento, Immuni è veramente adatta ad essere scaricata come una delle applicazioni meno invadenti possibili alla privacy, anzi spesso viene scaricato molto, ma molto di peggio.

Oltre a questo, tutta la documentazione e il codice di programmazione è completamente aperto e visibile a tutti/e su GitHub, quindi si, l’app è open source.

Immuni, oltre a funzionare come protezione per i vari contagi si dimostra essere anche il modo migliore per mantenere il nostro Green Pass, infatti sarà possibile tenere il certificato verde dentro l’app per mostrarlo in modo rapido e veloce in caso di bisogno.

Potrebbe interessarti il mio articolo “Green Pass, manuale di sopravvivenza“.

I numeri dell’applicazione sono forniti direttamente nel sito ufficiale dal Ministero della Salute con qualche giorno di ritardo: si registrano più di 21 milioni di scaricamenti, 193 mila notifiche inviate e quasi 86 mila utenti positivi.

Abbiamo anche un lato negativo che, a mio avviso potrebbe interessare il quantitativo di app scaricate e riguarda la compatibilità.

Per poter scaricare Immuni, infatti, è necessario possedere un iPhone con almeno iOS13.5 oppure uno smartphone Android 6 con Google Play Service 20.18.13.

Il mondo di Google quindi risulta essere più capillare rispetto alla concorrente che per far funzionare l’app di Contact tracing italiana richiede un dispositivo relativamente moderno, si parla di iPhone 6S in poi.

Considerato l’epoca in cui viviamo, Immuni potrebbe essere un’ottima alleata per la divulgazione di questo virus, oltre al fatto che, è la tipica app che viene dimenticata visto che svolge tutto il lavoro per noi.

Per tutto il resto delle vostre domande vi rimando alla sezione ufficiale del sito che consiglio a chiunque di leggere.

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Immagine di copertina: Photo by Martin Engel on Unsplash.

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