Di recente si sono sentite moltissime notizie sul nuovo singolo dei Beatles Now and Then, tra l’altro bellissima secondo un mio parere.

È una canzone che ha un lungo percorso e parte negli anni 70 quando John Lennon registrò la sua voce accompagnata dal piano forte in una di quelle che ai tempi erano le tecnologie e cioè i nastri.

Con il passare degli anni furono diversi i tentativi da parte dei Beatles di ritornare a mettere le mani su questa canzone ma con risultati, per loro, scadenti.

Ora, senza scrivere tutta la storia della canzone, è stato proprio un software di IA ad estrapolare la voce del buon Lennon permettendo così di ottenere il risultato che oggi abbiamo di questa canzone con una qualità altissima.

Ecco, questo è ciò che possiamo intendere come “tecnologia buona”, cioè quell’uso del digitale, in questo caso un programma avanzato di Intelligenza artificiale, che ha permesso di fare e/o creare qualcosa che possa essere usato e sentito da tutti/e.

Certo, qui stiamo parlando di un qualcosa di specifico, oltre che di nicchia come il mondo musicale di produzione, ma è interessante notare come la IA, possa “salvare il passato” per poter essere visionato, ascoltato e visto anche nel presente e nelle future generazioni.

Stesso discorso, seppur con sfaccettature differenti, è la storia della Decima di Beethoven.

Storica sinfonia rimasta incompiuta, è grazie alla IA che si è riusciti a completarla.

Si vuole precisare che ovviamente la Decima è a tutti gli effetti un’opera incompiuta, basata su qualche abbozzo ma il lavoro del digitale è stato realmente maestoso.

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Immagine di copertina: Foto di Namroud Gorguis su Unsplash.

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