In questi giorni di fretta, ma anche di stravolgimenti sociologici, ho riflettuto su una domanda che mi sono imposto e che ora voglio farla a voi: avere più notifiche equivale a più felicità?

Nella società contemporanea, che il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman ha caratterizzato come società liquida, possiamo ritenere che sia difficile, ma non impossibile, vivere senza digitale o senza la tecnologia che non si colleghi ad internet.

Dal primo momento che siamo collegati, probabilmente si possiede un profilo social e di conseguenza rimaniamo sempre molto attenti alle varie notifiche che ci arrivano dallo smartphone.

Ho già parlato di notifiche nell’articolo “ Il silenzio delle notifiche”.

Il fatto stesso di essere ricercati, di avere tanti likefollower fa veramente piacere?

Sono arrivato alla conclusione che si, è inutile negarlo, fa piacere, eccome.

Siamo onesti, quando pubblicate un post, non sentite quel brivido di piacere che vi pervade nel momento in cui ricevete molti più Like rispetto a quanto avevate pronosticato?

Lo stesso piacere si presenta anche nel caso in cui la vostra foto su Instagram riceve tanti cuoricini?

È veramente una forte dipendenza?

Certo, più ne abbiamo e più ne vorremmo ancora e ancora.

Io la chiamo, la droga ai tempi dell’iPhone.

Finisce il tempo per le notifiche e cosa abbiamo in mano? Nulla.

Abbiamo solamente perso tempo a controllare qualcosa che, alla fine dei conti, non porta niente, perché a distanza di tempo, poco o tanto che sia, il post viene dimenticato e da lì riparte la tiritera alla ricerca di ulteriori conferme.

In questo post non mi riferisco a chi, sui social, ci lavora, alle aziende che investono denaro nella loro immagine ma a tutta la massa di persone che, con il tempo, hanno condiviso forse le cose più importanti della loro vita senza rendersene conto, come le foto dei figli, giusto per il piccolo onore di qualche like in più.

Leggi il mio articolo: “Genitori e social, 6 motivi per cui tu* figli* non dovrebbe far parte di quel mondo.

A chi ha perso la serata con amici per controllare lo stato di altri su WhatsApp rimanendo così assente mentalmente ma presente fisicamente, o semplicemente a chi non riesce a staccarsi dal proprio telefono nemmeno sotto la doccia.

I social sono strumenti bellissimi, ma è giusto, secondo me, imparare a dosare la pubblicazione di contenuti, a conoscere esattamente cosa abbiamo in mano e quali sono le reali utilità che se ne possono fare.

Tutto questo in epoca di forti tensioni sociologiche dovute alla pandemia mondiale, viene amplificato ancora di più.

Cosa ne pensate?

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Articolo aggiornato il 11/03/2021.

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Immagine di copertina: Photo by MARK ADRIANE on Unsplash.

Felicidad.

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