In un mondo dominato da WhatsApp, cosa potrebbe succedere se l’applicazione di messaggistica numero uno sulla faccia della terra, domani scomparisse nel nulla e per sempre?

Me li immagino così, i 5 giorni dopo la tragica scomparsa, ma vorrei che anche voi mi scriveste le vostre idee.

Giorno 0

Tutte le persone che possiedono uno smartphone, si trovano alla mattina una app in meno, nel momento in cui accendono il telefono.

Non è una app sconosciuta ma proprio lei, WhatsApp.

Dopo i primi segnali di panico, si cerca nei vari App e Play Store per capire se è possibile installarla di nuovo,  si fanno chiamate ad amici e parenti.

Chi ha una conoscenza tecnica e informatica viene letteralmente subissato di richieste, telefonate e messaggi di aiuto da amic* e parenti, non sapendo bene cosa rispondere.

Durante la giornata anche i telegiornali ne parlano e nessuno sa darsi una spiegazione.

Nei social il panico è assicurato e gli utenti scrivono una serie interminabile di hashtag come #WhereisWhatsApp, #ripwhatsapp, #crashwhatsapp, #FuckZuckerberg e via dicendo, creando una vera e propria esplosione di contenuti.

La prima giornata finisce così, con tonnellate di ricerche, punti interrogativi e zero risposte.

Giorno 1

Di WhatsApp non c’è nemmeno l’ombra, tutto ciò che è stato fatto con l’app nel corso degli anni, come le chat, chiamate, gruppi, è letteralmente perduto.

Pian piano, ma graduale, la migrazione ad altre applicazioni similari comincia a farsi sentire. Telegram è la prima, poi Messenger di Facebook è l’alternativa più scontata dato che fanno parte della stessa famiglia; Signal aumenta la sua fama, Viber ed altri aumentano incredibilmente il fatturato. Skype torna ad essere la più usata per le chiamate mentre WeChat rimane la dominatrice in quanto ad iscritt*.

La gente comincia a capire, ancora vagamente, la grande varietà di alternative valide. Peccato ci sia voluto un evento del genere per far ampliare la mente alle persone.

Ho parlato di Signal nell’articolo “Alla ricerca della privacy perduta“.

Giorno 2

Il team di Facebook, con Zuckerberg in prima linea disperato per la perdita della sua più grande “gallina dalle uova d’oro”, affermano, dopo svariati tentativi, di non riuscire a ripristinare la situazione.

Ci vorranno tempi lunghissimi in caso di eventuale riuscita, lasciando così intendere che la faccenda è molto più complicata e che, difficilmente, si potrà tornare come prima.

Intanto, seppur lievemente, anche gli SMS tornano ad essere usati, soprattutto da una fascia di persone lasciate sole, come le persone anziane che si erano abituate a WhatsApp, senza nessuno che possa dare loro una mano e non sanno come trovare alternative tranne che per i vecchi e cari messaggi di testo e MMS.

Anche qui, il digital divide è presente.

Giorno 3

Le compagnie telefoniche hanno capito che possono tornare a guadagnare enormemente facendo pagare gli ormai estinti messaggi, decidendo improvvisamente di togliere dalle loro offerte gli SMS e MMS illimitati.

Intanto le persone più capaci, o semplicemente più furbe, hanno intuito quanto, le alternative siano effettivamente più pratiche, comode, con funzioni decisamente più complete rispetto al compianto WhatsApp.

C’è più attenzione nell’uso spropositato di invio di foto e video, dando più importanza e consapevolezza alla privacy.

Giorno 4

Il panico ha lasciato il posto alla rassegnazione, ma anche alla curiosità ed alla felicità di aver trovato valide app diverse, dove ci sono meno utenti ma più qualità.

In questi giorni il mondo, forse, si è reso conto che aveva perso una grande qualità, presente da sempre nell’essere umano, che ha permesso la sua evoluzione, che è stato fattore di momenti belli, brutti, importanti ed indimenticabili e che per colpa di uno stupido “programmino” aveva dimenticato: parlare.

Articolo aggiornato il12/08/2019

Felicidad

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