Ipotizziamo per un momento che questa lettera sia stata scritta da bimb* ai propri genitori distratti. Io la immagino così.

“Care mamme e cari papà,

con questa lettera vogliamo dire la nostra su quello che sta accadendo in questo pazzo mondo.

Lo sappiamo che il vostro ruolo diventa sempre più difficle, complesso e rigoroso.

Sappiamo perfettamente che siamo arrivati al punto tragico in cui dovete scegliere tra il lavoro e la vita con noi e, spesso, dovete scegliere di lavorare di più altrimenti non riusciamo a vivere dignitosamente, prendere da mangiare e pagare le bollette sempre più salate.

Sappiamo anche che questa vita è stressante e che avete bisogno di staccare la spina da questo vortice di realtà in cui ci troviamo tutti.

Viviamo momenti di grande instabilità con preoccupazioni e ansia e questo, noi, lo vediamo dai vostri sguardi, perché sembra che nulla ci permetta di avere una vita più agiata godendo del vostro tempo per stare con noi.

Vorremmo, però, che per un istante vi metteste dalla nostra parte e capire anche il nostro punto di vista: il più delle volte siamo spostat* tra asilo, nonn*, scuola, musica, sport e tante altre attività che spesso ci vengono imposte per poi venirci a prendere alla sera cotti, per mangiare insieme e andare a letto.

Sul serio, è questa la vita che volete per noi?

Dopo giornate così piene e stancanti, non abbiamo più le forze e vorremmo solo stare con voi, farci coccolare oppure raccontarci una favola, che ormai non fa più nessuno.

Abbiamo tanto da dirvi, da confessare e da parlare però queste azioni così semplici non vanno spesso a buon fine e sapete il perché?

Perché siete distratti.

No, non solo dalla vita descritta prima ma da quell’oggetto strano che avete sempre tra le mani e che suona in continuazione.

I vostri occhi sono sempre pronti a posarsi sopra quello schermo.

Arriva poi il momento in cui quell’oggetto, che chiamate telefono, lo fate vedere anche a noi dandoci in mano questa dipendenza. Basta solamente toccarlo e tutti i cartoni animati che ci piacciono appaiono all’istante.

Ormai questo strumento è diventato un vero e proprio sostituto di tutte le nostre attività e della vostra presenza.

Noi siamo ancora piccol* ma lasciate che vi diciamo una cosa importante: togliete quel telefono dalle nostre mani!

Non piazzatelo davanti alla nostra faccia quando andiamo al ristorante insieme solo per farci stare zitt*, siamo piccol* mica stupid*. Abbiamo le nostre necessità di scoprire il mondo e stare in compagnia.

Non è il telefono che vogliamo, nemmeno il tablet o qualsiasi altro oggetto costoso ma la vostra attenzione ed il vostro calore. Abbiamo bisogno di sapere che siete lì con noi e non solo quando vi ricordate di essere dei genitori.

Il mondo che aspetta noi bambin* sarà molto diverso rispetto al vostro, per certi versi più complicato, se ci non fate conoscere la realtà e non ci guidate in maniera decisa sappiate che non sarà un misero oggetto a farci star calm* ed a cambiare le cose.

Anzi, facendo così, saremo sempre dell’idea che si può ottenere tutto e subito, invece non sarà così, non per tutt* almeno.

Fateci capire cosa significa vivere, dateci la consapevolezza di crescere come persone che dovranno recuperare ciò che voi avete saccheggiato e distrutto.

Soprattutto, ascoltateci, abbiamo veramente tante cose da dirvi: i nostri sogni, le speranze, le paure e le idee. Eppure ci sentiamo messi in secondo piano perché prima avete bisogno di rispondere alla chat di gruppo dei genitori per il regalo da prendere a dei/delle nostr* coetane*.

Non abbiamo bisogno di regali, ma di voi.”

Immagine di copertina: Person holding baby’s index finger, Photo by Aditya Romansa on Unsplash.

Felicidad

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