Le chat di Signal e Telegram sono sempre più nel mirino, ma da chi? Scopriamolo.

Ultimamente le applicazioni di messaggistica alternative a WhatsApp sono nel mirino, non dai governi o dalla legge come ci si potrebbe aspettare, bensì dall’opinione pubblica.

Sono stati due i casi che mi hanno spinto a riflettere ed a scrivere questo articolo:

  1. Il primo articolo riguarda Telegram, applicazione molto conosciuta nell’ambito delle chat, ottima alternativa a WhatsApp e veramente ricca di funzionalità. Un articolo presente sul Quotidiano Nazionale del 16-11-19 spiegava come, la suddetta app, fosse utilizzata per scopi pedopornografici. Quindi una piattaforma capace di ospitare pedofili e terroristi.
  2. Il secondo caso, che mi ha fatto perdere la pazienza, riguarda Signal, altra applicazione per le chat basata su una sicurezza dei messaggi totale. In questo caso è il quotidiano Libero a scrivere: il giornalista segnalava che, nell’omicidio di Luca Sacchi, all’interno del cellulare della fidanzata, è installata appunto questa app, dove autodistruggeva le chat dopo un periodo di tempo scelto dall’utente, quindi incredibilmente sospettosa.

Due informazioni vere, senza ombra di dubbio, ma per ogni caso negativo che viene raccontato e “pompato”, ci sono altrettante dieci, cento, mille persone che usano queste applicazioni per le chat in maniera tranquilla, innocente e senza problemi.

È giusto segnalare le varie problematiche che intercorrono nella società, in vista di una digitalizzazione sempre più dominante, ma far passare Signal e Telegram, ottime alternative al solito WhatsApp o Messenger, mettendole nel mirino dell’opinione pubblica e facendole diventare un covo di assassini e pedofili, è una scelta veramente sbagliata, disonesta ed errata.

I problemi ci sono in tutti i lati della vita: nella società, in internet, sul lavoro ecc. ed anche in questi smartphone sempre al nostro servizio, con la conseguenza che, molti usano questi servizi con scopi malevoli.

Leggi il mio articolo “Privacy: le 5 app per un uso quotidiano“.

Usare una app con le chat criptate significa essere sicuri che niente e nessuno possa “sbirciare” nella nostra vita e nel nostro privato. Un concetto molto semplice e fattibile in vista di una invasione globale dei nostri dati e privacy.

Accorgersi dell’esistenza di queste app solo quando succede qualcosa di sbagliato nel proprio uso, dovrebbe far aprire gli occhi su quanto, in realtà, siano software da conoscere, approfondire e, magari, usare quotidianamente.

Potrebbe interessarti il mio articolo “Alla ricerca della privacy perduta“.

Rifletteteci e per qualsiasi informazione o chiarimento non esitate a contattarmi nelle mie pagine social.

Immagine di copertina: two person sitting on bar stool chair in front of bar front desk, Photo by Luca Bravo on Unsplash.

Felicidad.

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