Che Facebook abbia cambiato un qualcosa nel mondo digitale è indubbio.

È un dato di fatto che Facebook rappresenti un punto fermo di critiche, di odio/amore delle persone.

Tanti lo giudicano, pensano sia il male assoluto senza voler minimamente sapere come funziona, qual è la sua principale funzione, quella appunto di comunicare e informare.

Tanti altri lo usano senza troppe problematiche, non si fanno timore di cosa rappresenta, anzi, ne godono dei suoi servizi usandolo per i più svariati usi.

È giunto il tempo, senza critiche o lodi, di pensare cosa è Facebook, cosa include, quali sono i punti positivi e negativi e cosa ha rappresentato, nella società, la sua evoluzione.

In primis, Facebook Inc. è un’azienda privata, mettiamolo subito in chiaro, che comprende alcuni mondi a noi ben conosciuti, tra i quali: Facebook inteso come social, Instagram e WhatsApp.

Il fatto che sia un’azienda privata deve far intendere che, a sua discrezione, può cambiare le sorti del proprio destino, a prescindere dalle lamentele o pareri favorevoli dei propri utenti.

Facebook è il social network per eccellenza che ha al suo interno 2,23 miliardi di persone raggiunte a giugno 2018 e, per tante di queste, il social dalla “F bianca” rappresenta un punto di riferimento quotidiano, consultando notizie, chattando con i propri cari o amici.

Altri invece lo usano sporadicamente, solo in caso di noia, eventi internazionali particolari o per curiosità.

Gli ultimi eventi riguardanti la privacy hanno messo a dura prova il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg sia con il caso di Cambridge Analytica, sia, più recente, con la notizia riguardante la vendita, da parte dello stesso social, di dati riguardanti gli utenti ad altre aziende del mondo informatico come Netflix, Amazon ecc.

Leggi il mio articolo “La tecnologia in una società NIMBY“.

Questo dovrebbe far intendere che, in ogni caso, è sempre doveroso, ed opportuno, usare Facebook proprio come se stessimo osservando una vetrina di un negozio, esplorarlo e guardare cosa succede nel mondo, mantenendo una certa distanza di sicurezza.

È veramente importante avere una buona dose di cautela nell’inserire i propri dati, soprattutto se concernono i minori.

Leggi il mio articolo “Social e bambini“.

Qual è stato invece l’approccio che la società stessa ha avuto con il social?

L’impronta è stata piuttosto profonda: da quando Zuckerberg ha reso disponinibile a tutti questo metodo di vivere internet, la situazione -in maniera abbastanza rapida- ha preso una piega che la stessa rete probabilmente non si aspettava.

La condivisione istantanea di contenuti, che prima era possibile attraverso i blog, ha cambiato anche il modo di intendere le informazioni, non a caso, ad esempio, tutti i quotidiani italiani ed internazionali hanno una pagina ufficiale dove pubblicano in tempo reale le proprie notizie.

Le foto pubblicate sono diventate di dominio pubblico, dando a tutti la possibilità di vederle e commentarle, da qui, l’importanza di avere una certa consapevolezza nel pubblicare immagini personali.

Facebook è anche il primo posto dove andiamo a controllare il profilo di una persona appena conosciuta.

Woman on Facebook Photo by Kev Costello on Unsplash
Woman on Facebook Photo by Kev Costello on Unsplash

Le 3 parole, a mio avviso, che hanno contribuito al social di esplodere e di cambiare il modo di intendere internet sono state: Like (Mi Piace), Share (Condividi) ed il termine “postare”:

1) Like: questo piccolo pulsante ha permesso di intendere, e far conoscere, quelli che sono i nostri gusti personali, possiamo fare un Like a pagine per seguirne le novità, a foto, commenti e post delle persone per far capire il nostro apprezzamento. Una banalità effettivamente, ma questo ha cambiato il nostro approccio con la rete. Come già specificato in un altro mio articolo, pensate bene agli effetti che può avere il Mi Piace: tanti Like, tanta soddisfazione; entra quindi in campo un fattore propriamente psicologico.

Leggi il mio articolo “Più felicità equivale a più Like“.

2) Share: con questo tasto possiamo condividere qualsiasi contenuto a qualsiasi altra persona. Pensate ad esempio, a quanto può essere visto un articolo di un blog (il mio ad esempio) se tanti di voi lo condividessero nelle proprie bacheche. Il livello di visione e ricezione di contenuti non ha fine e la conoscenza di un singolo testo potrebbe letteralmente fare il giro del mondo in pochi minuti. Questo, però, può essere un bene, ma anche un male, nel caso in cui una foto, o informazione importante, di una persona venga condiviso numerose volte contro il volere dell’utente stesso, impedendo così di fermare lo share se non dopo tanto tempo.

3) Postare: termine, come i due precedenti, entrato nei nostri usi quotidiani proprio grazie al Facebook. Un post quindi è uno scritto, una foto, notizia o tutto ciò che “buttiamo” sul social. Anche questa una banalità, ma prima di Mark, nessuno aveva immaginato che potesse diventare abitudine di tutti noi.

Per concludere: è consigliato l’uso del social network in questione o no?

Si, non vedo nulla in contrario nel suo utilizzo, avere ogni tipo di informazione, in tempo reale, delle pagine ufficiali preferite, è estremamente comodo, soprattutto se lo abbiamo installato sul nostro smartphone; lo stesso dicasi per “vedere”, seppur virtualmente, amici o parenti da altre parti del mondo oppure partecipare attivamente allo sviluppo di una mia pagina personale.

Chi ha una attività può farsi conoscere in maniera veloce aprendo una pagina personale del proprio negozio o azienda ed entrare in contatto con i potenziali clienti.

Insomma, gli utilizzi che si possono fare sono veramente tanti, l’importante è saper gestire in maniera consapevole questo strumento, senza cadere in quella che è, purtroppo, la moda di pubblicare assiduamente contenuti troppo personali come, ripeto, foto di bambini, solo per il gusto di ricevere tanti Like e non avere la minima considerazione degli effetti.

Articolo aggiornato il 24/10/2019

Foto di copertina: Social Media Facebook, Photo by William Iven on Unsplash

Felicidad

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